sabato 19 novembre 2011

Mia sorella

Mia sorella è stata per tanti anni soprattutto un'estranea. Un'estranea per cui avrei fatto comunque tutto ma un'estranea. Ho sempre avuto grandi difficoltà nel comprenderla, nel giustificare i suoi atteggiamenti, il suo rapporto con i nostri genitori, così opposto al mio da non riuscire a fidarsi di loro. Lei è stata per tanti anni veramente un'aliena, troppo diverse, non solo fisicamente ma anche caratterialmente "Ricciola tu sei il sole e lei la luna" mi diceva sempre papà. Non sono stata in grado di comprenderla quando probabilmente ne aveva più bisogno, non per cattiveria ma per mia incapacità di mettermi nei suoi panni, per la sua mancanza di fiducia in me.
L'ho abbracciata quando piangeva, ho cercato di consolarla ma mai troppo convinta, sempre a chiedermi come, dalla stessa famiglia con soli 5 anni di differenza, fossimo poi così opposte, io decisa, determinata e sicura che valga sempre la pena di fare fatica per ottenere quello che si vuole, lei sempre così indecisa, insicura e che preferiva tirarsi indietro piuttosto che mettersi in gioco. Io che ho sempre stravisto per il papà, tanto da farmi poi tatuare un sole sulla pelle, lei che proprio lui non riusciva a digerirlo. 
Due mondi opposto anche sulla scuola: ho terminato il liceo scientifico e mi sono laureata, lei bocciata due volte a ragioneria e poi ha abbandonato la scuola, senza che questo, tutto sommato, sembrasse crearle alcun tipo di problema.
Poi, fortunatamente, qualcosa è cambiato, lei ha trovato la sua strada, ha capito che ragioneria non faceva per lei ma che la sua strada era nel sociale, con i bambini, gli anziani e con le persone che ne avevano bisogno, lei che in tante cose è come il papà si è ritrovata a fare quello che mamma, con il senno di poi, con ogni probabilità avrebbe scelto. Ha ricominciato ad andare a scuola, la sera.
Io che poi ho cercato, con tutte le mie assenze, le ore passate in un'altra città e sui libri, di ritrovarla, di chiederle e anche di capirla, di essere disponibilie. L'amore tra sorelle c'è sempre stato ma con una quantità esasperata ed esasperante di conflitti. 

Poi siamo state a Barcellona. 

Per i suoi diciotto anni le ho regalato una vacanza (meta originaria Parigi "Ricci ci sono un sacco di musei, con te non posso, muoio") io e lei, quattro giorni 24h al giorno. Ero spaventata, proprio per tutti i motivi di cui sopra a cui si aggiunga anche un certo disagio per il suo ragazzo, troppo simile a lei nei difetti. 
Invece sono stati quattro giorni meravigliosi in cui abbiamo riso, mangiato, guardato, vissuto insieme in piena armonia. E poi da quel momento è stato tutto completamente diverso tanto da poter stare giornate insieme senza problemi. Gli ultimi tre giorni li abbiamo praticamente passati sempre insieme, una mattina si è anche infilata nel mio letto per farsi coccolare come facevamo quando eravamo più piccole. Abbiamo cantato tirando fuori il nostro repertorio trash, si è illuminata in volto quando ha letto i ringraziamenti della tesi (su cui prima o poi ritornerò)
é diventata un po' meno aliena, un po' più sorella e un po' più amica.Un po' più complice, forse più di quanto non lo siamo mai state. Forse a volte è solo una questione di mettersi un po' più nei panni degli altri o di cercare di abbandonare i preconcetti e ascoltare e basta. Non lo so, so che è veramente, ancora oggi, una scoperta continua.

Nessun commento:

Posta un commento