mercoledì 4 settembre 2013

nel silenzio

e così mi ritrovo in un altro mondo
un altro desiderio
un altro corpo

un diverso respiro
una nuova vita

un sentire modificato, una complicità che è tutto tranne quello che potevo aspettarmi
sono le confidenze sussurrate, le letture prolungate, la comunanza di un sentire, di un vivere, di un percorso che è stato accidentale e parallelo

è il vedermi riflessa e il vedermi nuova
più femminile, più presente, più intelligente
più amata

è sempre una questione di cura
mentale e fisica
è una questione di percezione

sentirsi viva
mozzare un respiro, respirare più intensamente, sorridere con gli occhi, la bocca e il cuore

ho dovuto uccidere per rinascere
sono pronta

lunedì 26 agosto 2013

un respiro

Ho tanto di quel lavoro arretrato da mettermi ansia
Computer acceso, libri aperti, fogli sparsi

e non riuscire a lavorare

Una volta scrivevo sempre, scrivevo per necessità, scrivevo pagine e pagine di quaderni a quadretti
tutto ammassato, tutto vicino e con qualche disegno

poi l'ho conosciuto e tutto è stato diverso, nuove abitudini, meno tempo, una volta scrivevo anche a lui, poi chissà perché ho smesso

erano quasi 10 anni fa

e adesso?

l'ho lasciato, mi sono guardata di fianco e ho detto "Veramente?"
No, no, no
e allora ricomincio da capo

ho ripreso a scrivere e cambio città
e amo di nuovo, e mi arrabbio di più ma chiacchiero, sorrido e bacio di più
e in meno di un mese è come se fosse passata un'eternità

e mi mancava tanto stare da sola, potermi regolare da sola, non dover rendere conto a nessuno

è un nuovo amare, è un nuovo amarmi
è un nuovo spazio e una nuova solitudine
ascoltarsi, respirare piano, piangere forte, cantare a squarciagola e camminare fino a quando non ti fanno male le gambe
smettere di dormire un numero di ore sufficienti e svegliarsi presto respirando a pieni polmoni

Sorridere, mio dio quanto mi mancava passare le giornate a sorridere e ridere!
Non sento più il peso sullo stomaco e sulle spalle

Non mi sento più sola, anche se lo sono questa volta

martedì 13 dicembre 2011

domani

ciao,
non sono morta, è che domani mi laureo e sto pagando il cazzeggio delle ultime settimane.
Ansia ansia ansia.

lunedì 28 novembre 2011

Di amore e altre sciocchezze


 "ho bisogno di stare con te, 
regalarti le ali di ogni mio pensiero, 
oltre le vie chiuse in me, 
voglio aprire il mio cuore a ciò che è vero"
 Carmen Consoli

Sono giorni che penso a questo post, oggi mi sono rinchiusa nel silenzio di una biblioteca e cerco di dare una forma coerente ai pensieri.
L’avvio l’hanno dato tre cose concomitanti: l’aver scritto i ringraziamenti della tesi di laurea, questo post e questo; apparentemente scorrelate le tre cose sono per me tra loro inscindibili. 

É un post che parla di amore quindi, in tutte le sue forme.

Partiamo dall’inizio: i ringraziamenti per la tesi, a parte quelli istituzionali a relatrice, correlatore – Mentore, ai capi presenti e passati e all’amico-collega-insegnante, la parte privata è sempre quella più difficile. Ci sono poche persone a cui devo veramente tanto, poche perché tendo a farmi conoscere poco, un po’ per timidezza e un po’ perché sono piuttosto intransigente. Quindi alla fine i miei ringraziamenti erano abbastanza brevi, però per me è sempre la parte più ardua, un po’ perché poi alla fine cado nei sentimentalismi, un po’ perché vorrei poter non fare torto a nessuno. E allora la mia riconoscenza è andata all’Uomo Straordinario, al Compagno di Banco, al Tedesco, al Ballerino, Sorella e Omonima, oltre che, ovviamente, ai miei genitori. Perché sto dicendo questo? Perché quando Madre ha avuto in mano la mia monumentale tesi e ha letto, complice Sorella, i ringraziamenti ha cominciato a piangere come una fontana per la frase conclusiva “Grazie, mi fate sentire ogni giorno una persona fortunata”.

Ecco si, io mi sento veramente una persona fortunata, perché anche se ho conosciuto quel dolore che ti distrugge dentro e che ti toglie ogni voglia di vivere e di alzarti la mattina, quando ti sembra che niente abbia più un senso e ti viene voglia solo di stare a letto e piangere per giorni, perché un amore o, per me, due amici insieme, il Migliore Amico e lo Stronzo, ti hanno delusa e devastata, portandoti via quella parte di te che sorrideva sempre e non si lasciava mai perdere d’animo, io oggi, anche se non sono più quella persona lì, quella prima di tutti i casini e gli sputtanamenti gratuiti, oggi io riesco a stare in piedi e ho ritrovato l’equilibrio.

E questo lo devo per prima cosa a loro che mi hanno aiutata nell’andare oltre i momenti più bui, che mi hanno portata fuori di casa o mi hanno dato da bere e mi hanno regalato dei sorrisi anche quando la mia faccia diceva “levati dalle palle che sono girata”, che hanno perdonato le mie assenze senza farle mai pesare e mi hanno accolta sempre a braccia aperte, o che mi hanno anche solo dato la stabilità quando mi sentivo solo sgangherata e per niente solida. Senza il contatto fisico e tante smancerie loro sono riusciti a darmi quel calore e quell’affetto, ma anche quel sostegno, fatto anche di discussioni e di silenzi, senza il quale non sarei riuscita ad andare oltre. A perdonare, a perdonarmi.

Certo è sempre più facile quando di fianco hai una persona salda, con cui puoi arrabbiarti perché tu lo chiami al telefono e lui morisse che ti chiede come stai ma a cui basta uno sguardo, anche quando pensi di aver celato tutto, per capire che cosa non va e che al posto di ignorarti perché anche lui ha avuto una giornata infernale e tanto lo sa che cosa c’è perché te l’ha sentito dire un milione di volte o di incazzarsi perché lui ti chiede che cosa c’è e tu gli rispondi con un piccato “niente” e un sorriso tirato, ti tira fuori tutto e ti offre per l’ennesima volta una spalla su cui piangere o una parola di conforto. Anche se sa che domani si potrebbe ripetere tutto di nuovo nello stesso modo.

E allora si mi sento una persona fortunata, perché fondamentalmente la mia vita è costellata di amore, in tutte le sue forme, dall’Uomo Giusto che ti guarda e ti dice che sei splendida fuori e anche dentro e ci crede davvero, dagli Amici di una vita che ti conoscono da anni e tirano fuori ancora quella persona sorridente, alla famiglia unita che ancora ti coccola senza chiederti niente, a un nonno a cui dici che arriverà una bambina in affido e che senza nessuna esitazione ti dice subito “Se avete bisogno potete pure contare su di me”.
Pensa che bello, pensa che fortuna, pensa quanto amore, pensa a quanto sono piccole le tue preoccupazioni e le tue ansie in confronto a tutto questo, pensa che hai un mondo davanti e una storia tutta da scrivere e delle basi solide dietro. Pensa che in ogni momento ci saranno loro, nonostante tutto.

Pensi davvero di non riuscire a farcela?

giovedì 24 novembre 2011

Artemisia - una mostra da andare a vedere

Ieri ho consegnato la tesi. è in stampa e satà pronta domani. Vuoi davvero non premiarti con una mostra?
Impossibile, e allora quale scelta?
Botticelli al Poldi Pezzoli? No
L'orrendo evangeliario nuovo donato da Tettamanzi a Milano? Mur di dio No
Cezanne? 'du palle sti impressionisti
Artemisia Gentileschi? Wow, si!!
Premetto che da buona storica dell'arte in formazione che si occupa prevalentemente di arte lombarda di Quattrocento e inizio Cinquecento la mia conoscenza di Artemisia Gentileschi (1593 - doc. fino al 1653) è limitata alle quattro righe sul manuale e a poche pagine di Roberto Longhi sui precedenti di Caravaggio.
Praticamente nulla allora quale migliore occasione di questa per impaare qualcosa?
Queste sono le mie conclusioni: Artemisia era una stra figona, veramente, carteggio con Galileo, prima pittrice di Leopoldo sticazzi Medici, scappa con l'amante, gira Italia e non solo, prima donna ad essere ammessa all'Accademia del disegno di Vasari a Firenze insegna pittura alle figlie ecc. Poi devo dire che a parte la vicenda biografica che è affascinante e tristemente nota per lo stupro subito in giovane età (e la prima sala con l'orrenda installazione di Emma dante con tanto di letto sfatto ce lo ricorda, in un modo, a mio avviso, piuttosto opinabile), lei come pittrice non era il vertice ma non se la cavava per nulla male, anzi.
La prima attività era piuttosto bruttarella devo dire, a parte la bella Madonna con il Bambino che però il Mentore dice che sia una crosta (io su questo non lo so, ma se me lo dice lui ci credo abbastanza), poi si riprende e diventa veramente belllissima, sia per la cura nella descrizione dei tessuti (e questo si vede bene nelle due Maddalena affrontate in una delle ultime sale, e no, quella in cui manca la testa non è in restauro, è stata tagliata, di solito perché molto belli e per farci quadri da stanza più piccoli) sia per le espressioni.
Negli anni venti le forme si allargano, sono tutte donnone tonde e piene, disperate ma forti. Negli anni trenta la sua pittura si sfalda, soprattutto agli inizi degli anni trenta con quella meravigliosa musa a dire il vero un po' sacrificata nel passaggio tra le due sale. I tardi anni trenta e i primi quaranta sono napoletani, più scuri, monumentali e narrativi le scene di complicano ma quella Samaritana al Pozzo che mostra un Cristo gesticolante e la donna che ascolta quasi un po' annoiata mi ha veramente emozionata. Nelle ultime sale si perde un po' il filo logico, da una scansione cronologica ben riuscita si passa a un miscuglio tra esposizione iconografica e tanto materiale, forse un po' troppo. 
Allestimento molto buono, stanze scure, pochi fari ma troppi riflessi, c'è da dire però che esporre dipinti a olio è un casino perché la pittura rimane comunque lucida e crea ancora più giochi di luce. Troppo caldo e poi ci sono andata di mattina quando ci sono le scolaresche, quindi troppa gente. 
Mostra molto bella, secondo me è proprio da andare a vedere.

lunedì 21 novembre 2011

Di date e altre cose

Ho appena scoperto quella che molto probabilmente sarà la data: 14 dicembre.
Uhsignur ero così calma e tranquilla fino a un attimo fa, fa niente se non ho ancora finito di impaginare e mettere le immagini, fa niente se sono settimane che apro la tesi, la guardo, mi bullo delle mie trecento (TRECENTO) pagine scritte e poi la chiudo, fa niente se adesso mancano due giorni alla stampa. Sono in alto mare senza sapere il perché. 
Ma siccome tanto sono due settimane che la sera non dormo ho tutto il tempo più tardi per rimediare. Il mio post nasce come bilancio dell'ultimo anno. Un po' perché in prenda al mio non-ho-nulla-da-fare-se-non-scrivere-la-tesi mi sono messa a guardare le fotografie (che per me sono proprio l'ultima spiaggia prima della morte di noia) e ho scoperto che sono stata in molti più posti di quanti non pensassi o non mi ricordassi in questo ultimo anno, un po' perché tendo a dimenticare abbastanza facilmente.
La mia memoria ha bisogno di aiuto, quindi ecco qui cosa ho fatto fino ad ora nel 2011, così un po' in ordine cronologico e un po' in ordine sparso:
- sono stata a Bologna e a Ferrara per festeggiare il nostro settimo anniversario insieme
- sono stata a Firenze con l'università (perché a Storia dell'Arte, alla veneranda età di 23 anni, si va ancora in gita scolastica)
- sono stata a Forlì a vedere la mostra di Melozzo
- sono stata a Modena, Reggio Emilia e Parma con un'amica dove ci siamo ammazzate di storia dell'arte e soprattutto di cibo fantastico
- sono stata a Varallo dove Giovanni Romano (oddio Gianni Romano, io da grande voglio diventare come te) mi ha firmato il suo ultimo libro e io, come una adolescente in piena crisi ormonale davanti alla sua rock star preferita, sono andata in brodo di giuggiole con tanto di gambe ballerine, e invece l'altro che parlava, lui, l'Innominabile, mi ha proprio innervosita
- sono stata a Pavia (più volte) per varie ed eventuali
- sono stata a Barcellona e ho trovato una sorella
- sono stata a Ponte di Legno più volte
- sono stata a Torino
- ho portato l'Uomo Straordinario a Pisogne e Borno (in realtà mi ci ha portato lui in moto, ma è la stessa cosa)
- sono stata all'Isola Bella da sola
- ho ricominciato a scrivere e parlare
- ho visto più mostre bergamasche
- ho scoperto che il cibo giapponese mi fa inorridire (ma anche quello libanese)
- ho fatto la tassista
- ho fatto la pendolare (anche in agosto), un dramma
- sono stata stagista, due volte, e sono sempre stata trattata bene
- ho scritto il mio primo articolo
- ho passato le giornate in archivio
- ho buttato fuori a calci dalla mia vita un amico
- ho trovato un amico - collega- insegnante
- ho pianto, tanto
- ho riso fino a sentirmi male
- mi sono sbronzata
- ho smesso di fumare (ma ogni tanto una me la fumo ancora)
- ho cucinato più volte per gli amici
- ho iniziato a "lavorare" come ricercatrice (ma ancora sto aspettando che mi paghino)
- ho finito gli esami dell'università
- ho scritto una tesi
- ho conosciuto un sacco di persone diverse (e si, ovviamente, me ne sono piaciute gran poche)
- mi sono presa un mega cazziatone dal mio correlatore e ci sono anche rimasta male, anche se poi alla fine mi è servito
- ho fatto sogni assurdi tra cui partorire due bambolotti in una confezione di plastica tipo quelle delle uova di Pasqua
- ho atteso ore davanti a una porta scherzando con chi, con me e come me, divideva lo stesso destino
- mi sono arrabbiata e anche tanto
- ho passato notti insonni
- ho intrattenuto conversazioni surreali con persone immaginarie e non
- ho letto e comprato non so più quanti libri (ma la fiera del libro usato arriva tra un paio di settimane)
- mi sono disperata perché non ci sono più biglietti per la mostra di Leonardo a Londra, ma non credo che andrò a vedere quella torinese.

Così poi, la prossima volta che mi sento inutile come stamattina, ho qualcosa che mi ricorda che è stato un anno pieno e fortunato.