giovedì 24 novembre 2011

Artemisia - una mostra da andare a vedere

Ieri ho consegnato la tesi. è in stampa e satà pronta domani. Vuoi davvero non premiarti con una mostra?
Impossibile, e allora quale scelta?
Botticelli al Poldi Pezzoli? No
L'orrendo evangeliario nuovo donato da Tettamanzi a Milano? Mur di dio No
Cezanne? 'du palle sti impressionisti
Artemisia Gentileschi? Wow, si!!
Premetto che da buona storica dell'arte in formazione che si occupa prevalentemente di arte lombarda di Quattrocento e inizio Cinquecento la mia conoscenza di Artemisia Gentileschi (1593 - doc. fino al 1653) è limitata alle quattro righe sul manuale e a poche pagine di Roberto Longhi sui precedenti di Caravaggio.
Praticamente nulla allora quale migliore occasione di questa per impaare qualcosa?
Queste sono le mie conclusioni: Artemisia era una stra figona, veramente, carteggio con Galileo, prima pittrice di Leopoldo sticazzi Medici, scappa con l'amante, gira Italia e non solo, prima donna ad essere ammessa all'Accademia del disegno di Vasari a Firenze insegna pittura alle figlie ecc. Poi devo dire che a parte la vicenda biografica che è affascinante e tristemente nota per lo stupro subito in giovane età (e la prima sala con l'orrenda installazione di Emma dante con tanto di letto sfatto ce lo ricorda, in un modo, a mio avviso, piuttosto opinabile), lei come pittrice non era il vertice ma non se la cavava per nulla male, anzi.
La prima attività era piuttosto bruttarella devo dire, a parte la bella Madonna con il Bambino che però il Mentore dice che sia una crosta (io su questo non lo so, ma se me lo dice lui ci credo abbastanza), poi si riprende e diventa veramente belllissima, sia per la cura nella descrizione dei tessuti (e questo si vede bene nelle due Maddalena affrontate in una delle ultime sale, e no, quella in cui manca la testa non è in restauro, è stata tagliata, di solito perché molto belli e per farci quadri da stanza più piccoli) sia per le espressioni.
Negli anni venti le forme si allargano, sono tutte donnone tonde e piene, disperate ma forti. Negli anni trenta la sua pittura si sfalda, soprattutto agli inizi degli anni trenta con quella meravigliosa musa a dire il vero un po' sacrificata nel passaggio tra le due sale. I tardi anni trenta e i primi quaranta sono napoletani, più scuri, monumentali e narrativi le scene di complicano ma quella Samaritana al Pozzo che mostra un Cristo gesticolante e la donna che ascolta quasi un po' annoiata mi ha veramente emozionata. Nelle ultime sale si perde un po' il filo logico, da una scansione cronologica ben riuscita si passa a un miscuglio tra esposizione iconografica e tanto materiale, forse un po' troppo. 
Allestimento molto buono, stanze scure, pochi fari ma troppi riflessi, c'è da dire però che esporre dipinti a olio è un casino perché la pittura rimane comunque lucida e crea ancora più giochi di luce. Troppo caldo e poi ci sono andata di mattina quando ci sono le scolaresche, quindi troppa gente. 
Mostra molto bella, secondo me è proprio da andare a vedere.

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