lunedì 28 novembre 2011

Di amore e altre sciocchezze


 "ho bisogno di stare con te, 
regalarti le ali di ogni mio pensiero, 
oltre le vie chiuse in me, 
voglio aprire il mio cuore a ciò che è vero"
 Carmen Consoli

Sono giorni che penso a questo post, oggi mi sono rinchiusa nel silenzio di una biblioteca e cerco di dare una forma coerente ai pensieri.
L’avvio l’hanno dato tre cose concomitanti: l’aver scritto i ringraziamenti della tesi di laurea, questo post e questo; apparentemente scorrelate le tre cose sono per me tra loro inscindibili. 

É un post che parla di amore quindi, in tutte le sue forme.

Partiamo dall’inizio: i ringraziamenti per la tesi, a parte quelli istituzionali a relatrice, correlatore – Mentore, ai capi presenti e passati e all’amico-collega-insegnante, la parte privata è sempre quella più difficile. Ci sono poche persone a cui devo veramente tanto, poche perché tendo a farmi conoscere poco, un po’ per timidezza e un po’ perché sono piuttosto intransigente. Quindi alla fine i miei ringraziamenti erano abbastanza brevi, però per me è sempre la parte più ardua, un po’ perché poi alla fine cado nei sentimentalismi, un po’ perché vorrei poter non fare torto a nessuno. E allora la mia riconoscenza è andata all’Uomo Straordinario, al Compagno di Banco, al Tedesco, al Ballerino, Sorella e Omonima, oltre che, ovviamente, ai miei genitori. Perché sto dicendo questo? Perché quando Madre ha avuto in mano la mia monumentale tesi e ha letto, complice Sorella, i ringraziamenti ha cominciato a piangere come una fontana per la frase conclusiva “Grazie, mi fate sentire ogni giorno una persona fortunata”.

Ecco si, io mi sento veramente una persona fortunata, perché anche se ho conosciuto quel dolore che ti distrugge dentro e che ti toglie ogni voglia di vivere e di alzarti la mattina, quando ti sembra che niente abbia più un senso e ti viene voglia solo di stare a letto e piangere per giorni, perché un amore o, per me, due amici insieme, il Migliore Amico e lo Stronzo, ti hanno delusa e devastata, portandoti via quella parte di te che sorrideva sempre e non si lasciava mai perdere d’animo, io oggi, anche se non sono più quella persona lì, quella prima di tutti i casini e gli sputtanamenti gratuiti, oggi io riesco a stare in piedi e ho ritrovato l’equilibrio.

E questo lo devo per prima cosa a loro che mi hanno aiutata nell’andare oltre i momenti più bui, che mi hanno portata fuori di casa o mi hanno dato da bere e mi hanno regalato dei sorrisi anche quando la mia faccia diceva “levati dalle palle che sono girata”, che hanno perdonato le mie assenze senza farle mai pesare e mi hanno accolta sempre a braccia aperte, o che mi hanno anche solo dato la stabilità quando mi sentivo solo sgangherata e per niente solida. Senza il contatto fisico e tante smancerie loro sono riusciti a darmi quel calore e quell’affetto, ma anche quel sostegno, fatto anche di discussioni e di silenzi, senza il quale non sarei riuscita ad andare oltre. A perdonare, a perdonarmi.

Certo è sempre più facile quando di fianco hai una persona salda, con cui puoi arrabbiarti perché tu lo chiami al telefono e lui morisse che ti chiede come stai ma a cui basta uno sguardo, anche quando pensi di aver celato tutto, per capire che cosa non va e che al posto di ignorarti perché anche lui ha avuto una giornata infernale e tanto lo sa che cosa c’è perché te l’ha sentito dire un milione di volte o di incazzarsi perché lui ti chiede che cosa c’è e tu gli rispondi con un piccato “niente” e un sorriso tirato, ti tira fuori tutto e ti offre per l’ennesima volta una spalla su cui piangere o una parola di conforto. Anche se sa che domani si potrebbe ripetere tutto di nuovo nello stesso modo.

E allora si mi sento una persona fortunata, perché fondamentalmente la mia vita è costellata di amore, in tutte le sue forme, dall’Uomo Giusto che ti guarda e ti dice che sei splendida fuori e anche dentro e ci crede davvero, dagli Amici di una vita che ti conoscono da anni e tirano fuori ancora quella persona sorridente, alla famiglia unita che ancora ti coccola senza chiederti niente, a un nonno a cui dici che arriverà una bambina in affido e che senza nessuna esitazione ti dice subito “Se avete bisogno potete pure contare su di me”.
Pensa che bello, pensa che fortuna, pensa quanto amore, pensa a quanto sono piccole le tue preoccupazioni e le tue ansie in confronto a tutto questo, pensa che hai un mondo davanti e una storia tutta da scrivere e delle basi solide dietro. Pensa che in ogni momento ci saranno loro, nonostante tutto.

Pensi davvero di non riuscire a farcela?

2 commenti:

  1. Ottima domanda retorica. E scommetto che sai già la risposta. :)
    Sei una persona profonda, è verissimo quello che dici: sei fortunata come lo sono io, perché abbiamo persone che ci supportano e ci amano e già questo dovrebbe renderci sufficientemente sicure di noi stesse per non avere paura di nulla.

    P.S. Il nonno è favoloso...! :P

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  2. No, non conosco la risposta, ma sono estremamente fiduciosa. Ti ringrazio per il resto, spesso ci dimentichiamo di quanta forza ci diano le persone accanto a noi.

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