lunedì 3 ottobre 2011

Isola Bella

h. 8:00 zulu: la nostra eroina sale, da sola, sulla sua fermo-mobile ecocompatibile verso i lidi del Verbano con lo scopo di andare a vedere finalmente una delle quattromila opere che ancora le mancano per riuscire ad avere una preparazione lontamente decente in storia dell'arte
h 9:40 arrivo a destinazione a Stresa dopo un viaggio passato a ridere da sola e a cantare a squarciagola (aahhh l'autismo). Parcheggio: 20 eurini (!!!) MA posto incantevole, io sulla costa e davanti a me la ricchezza di una famiglia che ha avuto in mano le sorti di Milano pur non diventandone mai Signori. Il fascino della storia nell'estetica mi riempie il cuore.
Scopro i vantaggi del viaggiare da sola, autista gentile, nessun biglietto (visto quello che vi fanno pagare di parcheggio..) e tanto tanto tempo per starmene per conto mio.
Palazzo fantastico, guardini meravigliosi. Quadreria spettacolare, peccato fossi andata per vedere tre opere, dico tre, tutte e TRE nella parte privata e quindi NON visibili.

così impari a non informarti mai prima

Comunque dopo lo shock iniziale di aver fatto più di 300 km quasi inutilmente, ho deciso che tanto valeva la pena di godersi tutta la giornata, che doveva essere a due ma poi invece no ed è andata ottimamente anche così.
Il piacere di guardare, di giocare a fare la piccola giapponese che fotografa ogni piccolo particolare, ogni fiore, ogni piccola cosa. Ma soprattutto uscire dal Palazzo (in realtà scoprire che il palazzo corrisponde quasi completamente all'isola mi ha veramente sconvolta!) e girare per le stradine tortuose immaginando di stare in una scena di quei film degli anni Cinquanta sulla Bella Vita. 
Mi sono resa conto che non faccio mai tutte queste cose, anche quando andiamo in giro, con lui è diverso, con lui parlo parlo parlo e racconto "Guarda Uomo Straordinario sai che questa cosa deriva da..lo sai che quest'opera invece", ogni tanto lo chiamo piccolo Martire, perché nonostante tutto lui mi ascolta sempre e sopporta la quantità industriale di informazioni che gli rigurgito addosso, anche se a lui non interessa, anche se lui ha altre passioni.
E poi ho mangiato, non mangio mai da sola, io lo odio, seduta da sola a un tavolo mi si riempie il cuore di tristezza, mi sembra di essere una di quelle vecchie acide che mangiano da sole perché non hanno nessuno, nessuna amicizia. Quando in realtà non è proprio così, ma poco importa. 
Ma ieri ieri era troppo bello per non sedersi a mangiare, aspettando il traghetto in un posto del genere. Era magico.
Ho guardato il lago, la costa, gli edifici, le persone, e ho provato una di quelle cose che provo difficilmente, empatia. Vivo bene da sola, nel mio mondo, con le mie cose, le mie passioni e il noi, il nostro mondo, le nostre difficoltà, le nostre liti, il nostro vivere, però il prossimo non mi fa impazzire tendenzialmente e invece mi sembrava di respirare il mondo, un'altra dimensione.
Seduta a riflettere respiravo l'aria diversa e cercavo di ordinare i pensieri. e allora ho pensato a lei che è ancora qui anche se ci ha quasi uccisi per lo spavento e soprattutto sta bene, che stiamo per allargarci perché ha un cuore gigante, che anche se ho fatto finta di nulla ero terrorizzata. E che mi nascondo fin troppo bene.


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